Santuario di Vacuna

Comunicato 21 luglio 2021

L’ultima campagna di scavo dell’università Lyon 2 (F) sul sito del santuario romano della dea Vacuna, finora l’unico interessato da indagini archeologiche, è terminata il 30 luglio 2021. La missione, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti (funzionario responsabile dott. Alessandro Betori), è stata composta da 10 studenti e diretta dal prof. Aldo Borlenghi, insieme a Marylise Marmara (archeologa e corresponsabile scientifica), Bérénice Chamel (antropologa) e Lucie Motta (ceramologa). Al di là dell’obiettivo scientifico, lo scavo di Montenero costituisce uno dei cantieri-scuola internazionali dell’università di Lione per la formazione degli studenti del corso di laurea in archeologia.

In occasione della fine dello scavo, domenica 25 luglio è stato realizzato l’evento “Santuario a Porte Aperte”, con la visita guidata del sito in località Leone e l’accesso a un’esposizione dei materiali ritrovati nella campagna di scavo allestita per l’occasione nei giardinetti della chiesa di San Cataldo a Montenero.

Le nuove indagini in estensione compiute su una grande terrazza, della superficie di circa 1000 m2 e delimitata da muri su tre lati, hanno permesso di mettere in luce su una superficie di circa 200 m2 alcune delle strutture già osservate e studiate nella prima campagna di sondaggi del 2019 e di confrontarle con i risultati delle indagini geofisiche e di quelle Lidar realizzate nel 2020.

Le scoperte della prima campagna del 2019 hanno dato la certezza dell’esistenza di un luogo di culto, grazie al ritrovamento di ex-voto in terracotta, che si aggiungono al ritrovamento di un cippo inscritto con dedica alla dea Vacuna. In un grande edificio a più ambienti d'età tardo-repubblicana, al centro della terrazza, è forse da riconoscere un tempio. Sulla base dei primi dati archeologici, l'occupazione più antica del sito si puo’ collocare per il momento tra il III sec. a.C. e la metà del I sec. d.C., periodo a cui risale il grande edificio. A un periodo d'abbandono dell’area succede una nuova frequentazione, ancora non ben determinabile, nel III e IV sec. d.C. Più tardi, nei secoli IX-X d.C., sono installate in un una parte della terrazza delle sepolture, datate grazie alle analisi C14 delle ossa. Le tombe sono forse in collegamento con la chiesa di San Giovanni in Leone, localizzabile nell'area sulla base della toponimia e delle fonti medievali ma non individuata archelogicamente.

Le indagini della campagna 2021 hanno permesso d’individuare numerose fosse e strati con ceramica, oggetti e monete di età repubblicana e imperiale. Uno degli ambienti a mosaico del grande edificio d’età repubblicana è stato scavato in modo accurato al fine d’inviduare strati di frequentazione e crollo dopo il suo abbandono: parte dei materiali di costruzione dei muri e dei pavimenti appaiono inoltre recuperati in un’epoca ancora difficile da determinare.

Nuove sepolture d’età medievale sono state messe in luce, confermando l’installazione di un’area funeraria nella porzione NW della terrazza. Se i limiti N e E di questa zona sembrano ormai chiari, l’estensione delle tombe è ancora difficile da determinare: lo scavo ha dimostrato che uno dei muretti moderni di delimitazione della terrazza è stato construito direttamente sullo strato al cui interno sono state installate le sepolture.

Gli importanti risultati della campagna di scavo del 2021, che confermano in gran parte e arricchiscono i dati raccolti nelle indagini degli anni precedenti, rappresentano una base solida su cui impostare lo scavo di tutta l’area archeologica della terrazza, il cui completamento è previsto nel 2024.